in collaborazione con:
La Fase 2 dell’emergenza impone interventi di trasformazione e adeguamento degli spazi di lavoro per garantire la salute dei lavoratori. In particolare, vanno immediatamente adottate e documentate le misure di sicurezza previste dai recenti provvedimenti nell’ambito degli spazi preesistenti. Sanificazione, check-up impiantistico, contingentamento delle aree comuni e ridefinizione dei layout per il distanziamento sociale sono solo alcuni tra gli interventi obbligatori che le aziende devono attuare con la massima urgenza per il ritorno all’attività lavorativa. Si tratta comunque di un insieme di attività articolate e complesse che dipendono in sostanza dall’applicazione di prescrizioni normative.
Diverso è il discorso nel medio termine: è infatti prevedibile che la transizione dello smart working da privilegio a pratica obbligatoria e l’incertezza sui tempi necessari per il pieno ripristino della normalità imporranno un ripensamento globale degli uffici in grado di supportare l’integrazione tra lavoro in sede e da remoto.
Non è quindi solo una questione che riguarda, a titolo di esempio, le superfici minime per addetto, l’incidenza di aree comuni e servizi sulla superficie totale o la definizione di percorsi e modalità di fruizione degli spazi, ma investe anche aspetti relazionali, emotivi e ambientali che richiedono un approccio multidisciplinare mettendo al centro le esigenze dell’individuo.
Il convegno esamina il ripensamento intelligente degli spazi di lavoro sia nell’immediato che in prospettiva, e il supporto della progettazione per conciliare produttività e salute, competitività e sicurezza.